La decisione del Governo di non confermare i navigator contraddice clamorosamente l’intenzione dichiarata di favorire l’occupazione giovanile.
Oltre 2.500 persone, in prevalenza ragazze e ragazzi, con una professionalità e una formazione specifica e specialistica, vengono, di punto in bianco, lasciati al loro destino: da persone che aiutavano a trovare lavoro a disoccupati.
Una beffa! Bisogna assolutamente restituire loro una prospettiva occupazionale e la soluzione è a portata di mano. I centri per l’impiego, nel loro impegno per incrociare la domanda e l’offerta di lavoro, devono essere migliorati, modernizzati e rilanciati.
Su questo terreno, c’è bisogno di strutture pubbliche efficienti, perché lo Stato non può lasciare nelle mani dei soli privati la gestione strategica del mercato del lavoro: è un compito sociale a cui non può derogare. La naturale collocazione dei navigator, un autentico patrimonio professionale su cui si è già investito, è proprio in quei centri.
Sarebbe economicamente insensato e socialmente ingiusto se si sprecasse questa occasione. Non possiamo accettare che si creino nuovi disoccupati.